Pavimento pelvico e incontinenza urinaria

Rev Med Univ Navarra. 2004 Oct-Dec;48(4):18-31. [Urinary incontinence and other pelvic floor damages: ethilogy and prevention strategies]. Amóstegui Azcúe JM1, Ferri Morales A, Lillo De La Quintana C, Serra Llosa ML.

L’incontinenza urinaria, un danno al pavimento pelvico (lacerazione muscolare di terzo e quarto grado), l’incontinenza fecale, il prolasso genitale o la dispareunia (dolore al rapporto sessuale) sono il risultato di un trauma ostetrico, generalmente derivante dal primo parto. L’obiettivo della ricerca proposta è stato quello di analizzare da un punto di vista fisiologico e meccanico, perché si verifica il danno, studiando il processo del parto e le modalità con le quali viene condotto nella maggior parte degli ospedali del paese (Spagna). L’analisi del parto e le differenti posizioni utilizzate nella prima e nella seconda fase del travaglio, le cure dedicate alla donna nel puerperio, hanno portato a proporre una strategia globale di prevenzione condotta in tre fasi: 1) Prevenzione prenatale: dovrebbe avvenire una preparazione specifica del pavimento pelvico e della muscolatura addominale durante la gravidanza, utilizzando tecniche di massaggio e di stretching manuale del perineo. Inoltre la donna gravida dovrebbe imparare posizioni e metodi di spinta che rendano più semplici le fasi del parto. Dovrebbe essere effettuato un trattamento osteopatico delle articolazioni pelviche per facilitarne la mobilità o ridurre eventuali disfunzioni e rigidità. 2) Prevenzione durante il parto: durante questa fase dovrebbe essere rispettata la fisiologia e dovrebbero essere favorite tecniche manuali, basate sulla posizione e sul respiro per proteggere il bambino e il pavimento pelvico. 3) Prevenzione postpartum: l’azione è mirata sul pavimento pelvico, attraverso esercizi del diaframma e dei muscoli addominali o esercizi posturali e, se necessario, attraverso il trattamento osteopatico nel primissimo puerperio per favorire una corretta involuzione dei tessuti molli  e delle articolazioni coinvolte nel parto. Un trattamento fisioterapico specifico sarà proposto alle donne con patologia funzionale sei settimane dopo il parto.

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I bisogni della nuova famiglia e il ruolo del papà

C’è quasi sempre un senso di meraviglia, di stupore e di infinito sollievo di fronte al proprio bambino appena nato. Ma questo essere fragilissimo, incapace di vivere senza amore, crea anche un vago senso di estraneità e di timore, che a poco a poco può creare confusione e disorganizzazione in famiglia e stimolare sentimenti confusi e indecifrabili, velando di incomprensibile malinconia la felicità iniziale.

L’obiettivo dell’incontro è quello di chiarire la fisiologia delle dinamiche famigliari ed emozionali dopo il parto ed il ruolo fondamentale della figura paterna, al fine di normalizzare relazioni e sentimenti che in questa delicata fase possono spaventare.

Dott.ssa Paola Brambilla – Psicologa e Psicoterapeuta

  • Diventare mamma
  • Il ruolo del padre dopo il parto
  • Il primogenito
  • Il secondogenito e la rivalità fraterna

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Lombalgia in Gravidanza

Hippokratia. 2011 Jul-Sep; 15(3): 205–210. Pregnancy-related low back pain
P Katonis, A Kampouroglou, A Aggelopoulos, K Kakavelakis, S Lykoudis, A Makrigiannakis, and K Alpantaki

La lombalgia è un dolore lamentato comunemente tra le donne durante la gravidanza, avendo un grande impatto sulla qualità di vita. Già Ippocrate parlava di questa sintomatologia e nel 1962 la lombalgia delle donne in gravidanza è stata classificata come dolore del cingolo pelvico e dolore lombare. È stato stimato che circa il 50% delle donne in gravidanza soffre in qualche momento di lombalgia, prima o dopo il parto. La lombalgia legata alla gravidanza sembra essere il risultato di fattori meccanici e ormonali. Il dolore del cingolo pelvico è comune durante la gravidanza e nel post-partum, molto più frequentemente che il dolore lombare. È descritto come dolore profondo, può essere unilaterale o bilaterale, intermittente o continuo, che si estende dalla cresta iliaca posteriore al gluteo con possibile irradiazione alla coscia e al polpacci, ma non al piede. Tale dolore può rendere difficoltosa l’attività fisica e causare difficoltà nella vita sociale della donna. Il dolore lombare durante la gravidanza è molto simile invece al dolore lombare provato dalle donne non durante la gravidanza, si presenta intorno alla colonna vertebrale, sopra il sacro, può irradiarsi o non irradiarsi fino al piede. Il dolore a livello del cingolo pelvico è maggiore nel pre-parto, quello lombare nel post-parto, il secondo sembra essere meno disabilitante del primo. Pur avendo una prognosi benigna, la lombalgia delle donne in gravidanza affligge enormemente la qualità di vita della persona. Lo scopo dello studio proposto è stato quello di revisionare vari articoli scientifici riguardo l’eziologia e gli approcci terapeutici alla lombalgia in gravidanza. Gli studi analizzati hanno evidenziato che soffre di lombalgia dal 20% al 90% delle donne in gravidanza, di cui circa un terzo soffre di dolore invalidante, mentre il 10% riporta un’impossibilità a lavorare. Tendenzialmente il dolore lombare ha inizio tra la 20° e la 28° settimana di gestazione, ma può cominciare anche prima. Circa il 40% delle donne presenta lombalgia a distanza di 3 mesi dal parto, circa il 15% invece a distanza di 12 mesi. L’eziologia della lombalgia in gravidanza è scarsamente compresa. Una prima ipotesi è di tipo meccanico, legata all’aumento di peso e di diametro del bacino, che sposterebbe il baricentro aumentando lo stress a livello lombare. Spesso alla lombalgia si associano disfunzioni del pavimento pelvico. Un’altra ipotesi è quella di dolore causato dall’allungamento della muscolatura in seguito all’aumento di dimensioni dell’utero. È inoltre stata dimostrata una prevalenza di lombalgia nelle donne con debolezza del muscolo medio gluteo. Un numero significativo di donne soffre di lombalgia a partire dal primo trimestre di gravidanza, in cui i cambiamenti meccanici non possono ancora giocare un ruolo significativo. In questi casi sono i cambiamenti ormonali a causare instabilità a livello della pelvi, generando discomfort a livello di tutta la colonna vertebrale. Un’altra ipotesi, specialmente per il dolore notturno, suggerisce che l’aumento di dimensioni dell’utero possa causare una pressione sulla vena cava con conseguente congestione a livello pelvico e lombare. L’esame obiettivo per la diagnosi differenziale può risultare difficoltoso a causa dei pochi test esistenti, della soggettività del dolore e della disabilità causata dalla lombalgia. Esistono comunque alcuni test per individuare la struttura che dà dolore e per distinguere un dolore muscolare da un dolore dato dall’instabilità per lassità dei tessuti durante la gravidanza o dopo il parto a causa di traumi durante la fase espulsiva. I fattori di rischio per lombalgia durante la gravidanza sono molteplici: traumi pelvici pregressi, lombalgia cronica già presente prima della gravidanza, lombalgia durante il ciclo, lombalgia durante le precedenti gravidanze, numerose gravidanze, eccessivo peso della madre. Al contrario sembrerebbe che l’esercizio fisico riduca il rischio di lombalgia durante la gravidanza. Nonostante sia molto difficile prevenire la lombalgia è importante che le future mamme seguano alcune buone norme: utilizzare sedute, materassi e cuscini adeguati, evitare di aumentare eccessivamente di peso, svolgere attività fisica e terapia fisica durante e anche prima della gravidanza. Nonostante la disabilità causata dal dolore lombare, la maggior parte delle donne che ne soffrono ritiene che sia un disturbo inevitabile durante la gravidanza, pertanto solo il 50% chiede aiuto. Nonostante spesso sia complicato eliminare la causa principale del dolore, esistono molteplici interventi che possono aiutare a ridurre di molto la sintomatologia. Tra questi la terapia manuale, lo yoga, l’esercizio fisico, cinture, ausili di vario tipo e altro.

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