Irrequietezza e disturbi del sonno

L’irrequietezza e l’agitazione nel sonno o nella veglia sono disturbi che colpiscono alcuni bambini in modo particolarmente intenso. Escluse le cause patologiche che possono essere alla base di questi sintomi, tali disturbi possono essere relazionati ad alterazioni fisiche. In particolare alcune tensioni a livello cranico, che possono essere insorte in seguito alle compressioni durante il parto o a traumi avvenuti in seguito, si riscontrano frequentemente nei bambini che presentano irrequietezza e disturbi del sonno. La valutazione osteopatica permette di individuare la presenza di tali disfunzioni e il trattamento può andare a correggerle con manovre delicate e assolutamente indolori.

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Tonsilliti, adenoiditi e sindrome ostruttiva respiratoria

Queste affezioni, spesso associate, sono causate da processi infiammatori acuti dovuti a infezioni batteriche, virali o micotiche. Tali patologie vengono affrontate con terapia farmacologica, tuttavia tendono a cronicizzarsi, soprattutto quando recidivanti e se presenti fattori locali come ambienti anti-igienici o clima freddo e umido. L’adenoidite cronica è la causa più frequente della sindrome ostruttiva respiratoria naso-faringea. Clinicamente si può riconoscere il bambino affetto perchè mantiene la bocca semi-aperta, ha difficoltà a respirare con il naso, appare distratto ed estraneo all’ambiente circostante o, al contrario, agitato anche nel sonno. Tutti questi segni e sintomi sono causati dalla difficoltà che il bambino ha nel respirare e, quindi, nel garantire i corretti scambi metabolici. Spesso la soluzione è la terapia chirurgica, ma l’osteopatia può intervenire sia prima che dopo affiancando la terapia medica. Infatti il trattamento osteopatico, lavorando sulla mobilizzazione delle ossa del cranio e della faccia e favorendo il drenaggio delle mucose, può limitare e prevenire gli stati infiammatori recidivi, riducendo il rischio di intervento chirurgico o aumentandone le possibilità di successo.

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Dolore post-operatorio

Purtroppo anche i più piccoli si trovano a volte a dover affrontare interventi chirurgici di vario tipo: per patologie ortopediche (alluce valgo, ginocchio varo/valgo, in seguito a fratture), per neoplasie (cisti o tumori ossei, tumore del rene), per malformazioni congenite (cardiache, neurologiche), per patologie otorinolaringoiatriche (orecchio-naso-gola), cardiochirurgiche o vascolari e digestive. L’intervento osteopatico ha diversi ambiti d’azione: aiuta a ridurre il dolore post-operatorio, con un lavoro di inibizione della cicatrice e delle strutture limitrofe ai fini di un migliore adattamento delle stesse e a una riduzione delle aderenze; aiuta un migliore e più rapido recupero della funzionalità dei sistemi intaccati prima dalla patologia e poi dalla chirurgia; favorisce un riequilibrio generale dei sistemi in modo assolutamente innocuo affiancandosi senza effetti collaterali all’inevitabile terapia medico-farmacologica del post-intervento. Le tecniche utilizzate variano molto in base al tipo di operazione affrontata, concentrandosi soprattutto sulle strutture muscolari e articolari adiacenti alla zona dell’intervento, sulla cicatrice e sulle strutture contenitive degli organi interessati.

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Appendicectomie

L’asportazione dell’appendice è un’operazione molto frequente nei bambini. Nonostante la chirurgia stia diventando sempre più fine, lasciando piccole cicatrici, le strutture coinvolte nell’intervento (muscoli, fasce, intestino cieco) subiscono comunque una lesione, a maggior ragione se l’appendicite si è trasformata poi in peritonite. L’intervento osteopatico è in questi casi molto importante ai fini di ridurre il dolore post-operatorio, lavorando sulle strutture limitrofe alla cicatrice per permetterne un migliore adattamento, ma soprattutto con uno scopo preventivo. Infatti le aderenze che si creano a livello della cicatrice possono creare delle tensioni nelle strutture muscolari adiacenti, con una restrizione di mobilità dell’articolazione dell’anca di destra e quindi una meccanica disfunzionale dell’arto inferiore.

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Sinusiti e cefalee

Questi fastidiosi disturbi possono avere svariate origini, dalle sinusiti che derivano da un  processo infiammatorio dei seni paranasali, conseguenti a raffreddori o infezioni dentarie, alle cefalee legate a tensioni muscolari, alle emicranie che hanno un’importante componente genetico-familiare. L’osteopatia può affrontare soprattutto le cefalee  miotensive che spesso insorgono in relazione all’inizio di correzioni dentali con apparecchi fissi o mobili. Il lavoro di inibizione della muscolatura cervicale e masticatoria, unito a un lavoro di mobilizzazione e riequilibrio delle ossa della faccia, sottoposte a notevoli forze compressive date dall’apparecchio, danno spesso un rapido sollievo. L’approccio osteopatico si rivolge anche agli altri tipi di disturbo, anche se con prognosi non così favorevoli come per le cefalee miotensive. L’intervento mira sempre a riequilibrare la posizione e il movimento delle ossa della faccia e del cranio. I risultati in questi casi variano molto da paziente a paziente tuttavia, essendo l’osteopatia pediatrica praticamente priva di effetti indesiderati, può essere una valida alternativa a una terapia farmacologica, sempre e comunque sconsigliata nei bambini.

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Frequenti otiti

L’otalgia rappresenta uno dei problemi più frequenti nei pazienti pediatrici e si manifesta con dolore all’orecchio, che può estendersi fino alla testa e al collo, spesso associato a febbre. Oltre al disturbo provocato dai vari sintomi relazionati alla patologia, molto intensi e insistenti, le otiti tendono a cronicizzare e quindi complicarsi in perforazioni timpaniche e parziale perdita dell’udito, che può ostacolare un corretto apprendimento. La cronicizzazione della patologia è relazionata alla forma anatomica che fisiologicamente presentano le strutture deputate all’udito nel bambino: l’orizzontalità delle tube di Eustachio infatti impedisce un corretto drenaggio, elemento fondamentale per l’eliminazione di agenti patogeni. Il lavoro osteopatico di mobilizzazione di tali strutture, attraverso degli input delicati a livello delle ossa del cranio, favorisce il drenaggio e quindi impedisce il ristagno dei batteri nelle mucose, prevenendo la cronicizzazione delle infezioni.

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Asma e allergie

Tali patologie, a carattere infiammatorio, colpiscono le vie aeree inferiori, che si ostruiscono in seguito a una sensibilizzazione da parte di allergeni. Durante le crisi i sintomi sono principalmente la difficoltà respiratoria, la tosse e la sensazione di costrizione a livello della gabbia toracica. La terapia farmacologica con broncodilatatori e anti-infiammatori è fondamentale per far cessare la crisi. L’osteopatia può intervenire tra le fasi di esacerbazione delle crisi, durante le quali la muscolatura e tutte le strutture della gabbia toracica sono messe sotto stress a causa dei colpi di tosse e dell’alterata respirazione. Il lavoro di inibizione e mobilizzazione di tali stutture permette un miglior recupero della corretta funzionalità del torace, prevenendo fastidi e dolori che possono essere legati agli sforzi respiratori in relazione alle crisi.

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Frequenti patologie delle vie aeree superiori

Le patologie delle vie aeree superiori, caratterizzate da rinorrea, tosse, febbre, cefalea, mal di gola, sono molto frequenti nei bambini, soprattutto quando cominciano a frequentare luoghi pubblici come scuole o palestre. L’origine è virale o batterica, pertanto la terapia è quasi sempre medico-farmacologica. Talvolta però queste patologie tendono a cronicizzarsi, costringendo il bambino a più ricadute durante l’anno. Spesso questa cronicità è relazionata a forme craniche particolari, che presentano una chiusura delle ossa della faccia, che porta a una difficoltà degli scambi aerei e circolatori. L’approccio osteopatico è finalizzato a favorire un’apertura e un migliore drenaggio di queste componenti del cranio, favorendo l’eliminazione dei batteri dalle mucose e prevenendo le ricadute.

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Alterata deambulazione

Fisiologicamente dalla nascita è presente un’intratorsione del femore, che tende poi a ridursi con la crescita. Tuttavia nei primi anni di vita si riscontra comunemente una caratteristica deambulazione ad arti intraruotati. In modo simile è possibile riscontrare una rotazione interna o esterna della tibia, che si manifesta anch’essa con un’alterata deambulazione. L’uso di tutori, calzature o altri presidi ortopedici è spesso di scarsa utilità, essendo questi paramorfismi che normalmente si risolvono spontaneamente. Tuttavia l’osteopatia può intervenire accelerando i tempi di recupero di una corretta deambulazione attraverso il lavoro di inibizione, allungamento muscolare e sulle articolazioni coinvolte. Il  fine dell’approccio osteopatico, in questo caso, è di recuperare i movimenti limitati e dare input in senso correttivo agli atteggiamenti posturali viziati. L’osteopata potrà anche consigliare le migliori posture da mantenere durante il gioco o lo studio del bambino, le posizioni da evitare e gli esercizi da eseguire per mantenere i miglioramenti ottenuti con il trattamento.

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Piede piatto/cavo

Il piede piatto è una condizione abbastanza frequente nei bambini, che consiste nella riduzione o nella totale assenza dell’arco della volta plantare. Si riscontra soprattutto nei primi due anni di vita, ma si può osservare con una certa frequenza fino ai 12 anni di vita, tendendo spesso alla risoluzione spontanea. Tale dimorfismo è correlato ad un’eccessiva elasticità delle strutture capsulo-legamentose del piede. Al contrario il piede cavo, meno frequente rispetto al piede piatto, consiste in un aumento dell’arco della volta plantare. In ogni caso l’osteopatia può intervenire su tali alterazioni sia in miglioramento delle stesse sia in prevenzione di ulteriori peggioramenti. L’approccio osteopatico in questi casi si rivolge principalmente alle strutture articolari e capsulo-legamentose, ai fini di ridurne eventuali disfunzioni, e alla muscolatura della gamba e del piede, ai fini di migliorarne tono e elasticità.

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